Cheratosi attiniche cause, diagnosi, trattamento e cura? Le Cheratosi attiniche sono delle neoformazioni cutanee dovute all’esposizione solare e per tale ragione prendono anche il nome di cheratosi solari, proprio perché dipendono in larga parte dai raggi ultravioletti. Purtroppo come spesso accade, queste possono degenerare in forme tumorali, principalmente nel carcinoma squamocellulare.
Come si manifesta la cheratosi attinica
Le cheratosi attiniche compaiono soprattutto nelle parti del corpo più esposte al sole, come il dorso delle mani, il viso soprattutto su fronte e labbra, le gambe e le braccia; i soggetti colpiti sono per la maggior parte di pelle chiara, per il 60% di età superiore ai 40 anni e per l’80% di età superiore ai 60 anni, in aumento a causa della tendenza a sottoporsi a lampade UV per mantenere l’abbronzatura anche durante i mesi invernali, senza le adeguate protezioni.
Tali lesioni si manifestano con delle squame che sormontano macule simili a degli eritemi, inizialmente molto piccole e identificabili solo al tatto e che in una fase successiva possono raggiungere dimensioni maggiori. Quando compaiono queste formazioni, è opportuno procedere con degli esami dermatologici approfonditi, dato che solitamente si tratta di lesioni asintomatiche, o che provocano talvolta una sintomatologia pruriginosa. A differenza di altre patologie come le cheratosi seborroiche, le cheratosi attiniche si caratterizzano per il pericolo di degenerare in formazioni tumorali maligne.
La progressiva esposizione ai raggi solari senza protezioni ed in maniera eccessiva manifesta i suoi effetti anche a distanza di anni, ed è questo il motivo per cui le persone anziane risultano più colpite nonostante non si espongano più al sole; i raggi ultravioletti sono in grado di modificare il DNA della pelle, portando a delle mutazioni che potenzialmente possono favorire l’insorgenza di tumori cutanei. Tra le cause delle cheratosi attiniche vi è anche una carente risposta del sistema immunitario, che si manifesta proprio in maniera maggiore con l’avanzare dell’età. Le cure disponibili per la cheratosi attinica sono molteplici e bisogna selezionare quelle più appropriate in base alle caratteristiche delle lesioni.
Come si cura la cheratosi attinica
Prima di ricorrete alla rimozione chirurgica è possibile intervenire con l’applicazione di determinati prodotti come creme o unguenti a base di alcuni principi attivi, come il diclofenac in combinazione con l’acido ialuronico, oppure creme al 5-fluorouracile; tra gli altri trattamenti sono disponibili anche dei gel a base di ingenolo mebutato o l’imiquimod in crema.
Una tecnica molto utilizzata è rappresentata dalla crioterapia, dove la parte colpita viene trattata con l’azoto liquido, che a contatto con la pelle provoca la necrosi delle cellule tumorali e quindi la rimozione della cheratosi; questo tipo di trattamento è relativamente semplice e rapido, ma talvolta può lasciare cicatrici oppure delle alterazioni della colorazione della pelle nelle parti sottoposte a trattamento.
Un altro metodo è rappresentato dalla raschiatura o curettage, dove la pelle viene sottoposta ad un intervento chirurgico utilizzando uno strumento chiamato curette, che rimuove meccanicamente la cheratosi.
Esistono altre tecniche come la terapia fotodinamica, che consiste nell’applicazione di una sostanza fotosensibilizzante, che, attivata dalla luce, distrugge la cheratosi attinica; questo trattamento presenta alcune complicazioni, come arrossamenti e gonfiori.
Laser cheratosi attinica
Fra le tecniche migliori per la cura della cheratosi attinica vi è senza dubbio l’utilizzo del laser, che consente di ottenere degli ottimi risultati sia dal punto di vista clinico, che estetico; l’estrema precisione di tale metodica consente di non intaccare la pelle sana intorno alla lesione. Nello specifico, la tecnica prevede l’utilizzo del laser ad anidride carbonica (CO2), che è in grado di rimuovere la neoformazione.
Una volta rimosse le cheratosi, esse non si ripresentano più nella stessa zona, quindi il trattamento può considerarsi definitivo, anche se potrebbero ripresentarsi in altre parti del corpo
Dopo il trattamento laser CO2, si formano delle piccole ferite che si rimarginano nel giorno di alcuni giorni; in questi casi, si sconsiglia l’esposizione al sole, proteggendo la zona trattata dalla luce diretta, e non bisogna rimuovere le eventuali croste, dato che andrebbero ad irritare ulteriormente la pelle favorendo la formazione di macchie e cicatrici.
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