Pediculosi pubica: diagnosi, trattamento e cura? Esistono numerosi parassiti che possono svilupparsi e trovare il loro habitat ideale utilizzando il nostro organismo come ospite, e fra di essi i più comuni sono senza dubbio i pidocchi, che possono prendere di mira non solo i più piccoli ma anche gli adulti.
Sappiamo come la pelle sia soggetta a tutta una serie di sollecitazioni provenienti dall’ambiente esterno, che possono danneggiarla in modi diversi; pensiamo ad esempio alla luce del sole troppo intensa durante il periodo estivo, o anche il freddo intenso, fenomeni climatici che vanno ad inaridire ed indebolire la pelle, che in questo modo va incontro più facilmente a fenomeni di irritazione più o meno intensi. Anche le allergie rivestono un ruolo cruciale, con le dermatiti da contatto che sono in grado di danneggiare la pelle, portando a numerosi e dolorosi fastidi, con complicazioni ulteriori nel caso delle ragadi, che provocano delle vere e proprie spaccature nella pelle e che la espongono potenzialmente a tutta una serie di infezioni che possono essere molto pericolose.
Quando si parla di pidocchi si fa riferimento a degli insetti di ridottissime dimensioni, che per sopravvivere necessitano di un organismo ospite, nutrendosi esclusivamente di sangue; entrando più nello specifico, quelli che colpiscono l’uomo sono essenzialmente di tre tipologie, i pidocchi del capo, i pidocchi del corpo o delle vesti, ed i pidocchi del pube; una volta che i pidocchi invadono una di queste parti del corpo, provocano una malattia denominata pediculosi, che come altre patologie della pelle può portare a delle infezioni, dato che uno dei sintomi principali consiste nel prurito intenso, come vedremo meglio più avanti.
Individuare i pidocchi può essere un compito molto arduo, dato che nel caso dei pidocchi del capo si possono scambiare con la comune forfora, a causa delle uova molto piccole che hanno un aspetto molto simile; a differenza della forfora, le uova sono saldamente attaccate ai capelli, quindi è possibile riconoscere la presenza dei pidocchi osservando in maniera scrupolosa il cuoio capelluto.
I pidocchi sono particolarmente insidiosi, dato che per nutrirsi pungono la cute come le comuni zanzare, e iniettano la propria saliva insieme ad un po’ di anestetico, quindi non arrecano un immediato disturbo; si riproducono molto velocemente depositando le uova nel modo descritto in precedenza, depositandole saldamente lungo i capelli.
Ogni femmina adulta riesce a prelevare una certa quantità di sangue che può arrivare ad 1 mg al giorno, ma il problema maggiore risiede nella possibilità che il continuo inserimento della saliva per ogni puntura sia in grado di scatenare reazioni allergiche con il passare dei giorni, che possono essere di lieve entità ma possono portare a conseguenze più serie come problemi ai linfonodi; i pidocchi possono colpire anche gli animali ma si tratta di una specie diversa, quindi la trasmissione non può avvenire da animale a uomo.
Il contagio dei pidocchi più comuni come possono essere quelli del capo avviene per contatto diretto, ed è per questo motivo che in generale si tratta di fenomeni che colpiscono in larga parte i bambini, dato che essi a scuola passano molto tempo a stretto contatto. Nel caso dei pidocchi del pube, la specie da tenere sotto osservazione è denominata Phthirus pubis, così denominata a causa della zona del corpo che viene invasa prevalentemente, ossia il pube; in caso di infestazione, la pediculosi pubica tende ad estendersi ad altre zone vicine, e quindi è necessario intervenire tempestivamente, dato che essa è anche molto contagiosa.
La pediculosi viene considerata una malattia sessualmente trasmessa, dato che interessando le parti intime il contagio avviene nella maggior parte dei casi con l’attività sessuale; in realtà, essa può diffondersi anche a causa di ambienti non perfettamente igienizzati, dove questi parassiti possono depositare le uova, comprendendo quindi non solo i servizi igienici ma anche tutto quello che va a stretto contatto con il corpo, come la biancheria intima e le lenzuola.
I sintomi principali riguardano una sensazione di prurito diffuso ed intenso nella parte colpita, con delle piccole macchie appena visibili in corrispondenza dei bulbi piliferi, che indicano il passaggio del parassita; la diagnosi si basa per l’appunto sull’individuazione delle uova, che si trovano attaccate saldamente alla base dei peli pubici, ed in base a questo esame visivo il dermatologo stabilirà l’entità dell’infezione; fortunatamente, i trattamenti per la cura della pediculosi pubica non prevedono niente di invasivo, dato che normalmente si procede con l’applicazione di creme, lozioni o altri prodotti a base di sostanze come la permetrina o la tetrametrina, in grado di facilitare la rimozione delle uova dalla base dei peli, coadiuvata dal lavaggio della parte con prodotti antiparassitari.
Basterà ripetere il trattamento per una settimana, fino a quando l’infestazione non sarà completamente eliminata, ed eventualmente effettuare dei controlli in corrispondenza della parte colpita, per verificare se esistano ancora delle uova che sono sfuggite al trattamento. Nel caso in cui il soggetto abbia avuto rapporti con altre persone nel periodo dell’infestazione, dovranno essere sottoposte al trattamento, dato che la pediculosi pubica si trasmette molto facilmente. Come affermato in precedenza, la trasmissione non avviene solo con i rapporti intimi ma anche entrando in contatto con oggetti contaminati, per cui occorrerà procedere anche con la sterilizzazione delle lenzuola e della biancheria in genere, lavando ad alta temperatura per essere certi che vengano eliminate totalmente le uova e le larve, e per essere certi di scongiurare ogni altro rischio, occorre lavare ad alta temperatura anche gli indumenti, perché le uova sono di dimensioni minuscole, e potrebbero passare inosservate a contatto con i tessuti.
Abbiamo visto come la pediculosi pubica sia particolarmente insidiosa, anche se il trattamento non richiede l’uso di farmaci nella maggior parte dei casi, e per quanto riguarda la prevenzione, occorrerà prestare particolare attenzione a non fare entrare in contatto diretto la pelle con oggetti potenzialmente esposti alle uova (anche se i pidocchi senza alimentarsi continuamente con il sangue dell’ospite sopravvivono al massimo per 48 ore), e curare l’igiene personale, oltre a procedere con il lavaggio degli indumenti e della biancheria a temperature superiori ai 60 gradi, per avere la sicurezza di eliminare ogni tipo di contaminazione da parte dei parassiti. Con questi accorgimenti sarà possibile avere una protezione più che adeguata dal rischio di infestazione , e quindi scongiurare l’insorgere della pediculosi pubica.
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